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Il vantaggio impreditoriale alla luce degli obblighi imposti

Riviste

di Monica Cicci e Luca Garofalo

 

L’imprenditore che oggi intende restare sul mercato deve essere in grado di muoversi nella giungla degli adempimenti, delle autorizzazioni, delle imposte, delle nuove tecnologie e comunque … sviluppare il proprio business.

Ecco che frequentemente presi da urgenze ed emergenze si focalizza l’attenzione su qualcosa che è solo una delle tante appendici dell’attività tralasciando ciò che realmente in azienda produce plus valore, ciò che dovrebbe sempre essere tenuto presente e che è il reale cuore di qualsiasi attività: i collaboratori.

Essi sono la linfa vitale: solo attraverso l’attività di una squadra ben organizzata si raggiungono i livelli di eccellenza che oggi sono essenziali per la sopravvivenza delle aziende; nonostante ciò, spesso, confusi dalle circostanze, si ritiene indispensabile investire su una nuova attrezzatura a discapito di un investimento mirato al miglioramento delle persone che ci circondano e che costituiscono la nostra maggiore forza. Certamente l’imprenditore si sente vessato da tutti gli obblighi derivanti sia dalle norme che dal mercato, ma, visto che non è possibile non adempiere, sia nell’uno che nell’altro caso, tanto vale fare di necessità virtù. In altri termini, visto che ci sono obblighi precisi, tanto vale cercare di guardarli con un’ottica diversa, individuare quali vantaggi si possono trarre dall’applicazione di tutto ciò che è dovuto.

I sistemi di gestione su qualità, ambiente e sicurezza non sono obblighi derivanti da normativa cogente, ma il mercato, nei fatti, richiede sempre più frequentemente, la certificazione delle aziende. Oggi quasi tutte sono dotate di sistemi di qualità, molte di sistemi di gestione ambientale e si sono molto intensificati anche i sistemi di gestione della sicurezza.

L’implementazione dei sistemi di gestione, oltre a prevedere l’emissione di procedure e di istruzioni operative, si basa sulla piena conoscenza e consapevolezza delle modalità di lavoro e degli intenti della direzione. Non è molto difficile, né così infrequente trovare consulenti disponibili a redigere nell’arco di pochi giorni, anche facendo dei “copia-incolla” una serie di documenti che soddisfano le richieste del certificatore. Inoltre, con un “aiutino” il giorno della verifica, da parte del consulente, il certificatore non ha ragione di chiedersi in che misura i lavoratori applichino quanto riportato nei documenti. L’imprenditore ottiene il suo certificato, probabilmente indispensabile per acquisire quel contratto tanto importante e …. si arriva all’anno successivo, al rinnovo della certificazione tanto indispensabile.

Ma che cosa è cambiato all’interno dell’azienda? Assolutamente niente. Il costo del consulente e della certificazione hanno creato un caos di una settimana e generato una pergamena, con una serie di loghi, da appendere all’ingresso dell’azienda e, ovviamente, la possibilità di riportare sulla carta intestata la certificazione ottenuta.

Ma, perché non tentare di guardare da un’altra ottica? Perché non costruire con un CONSULENTE un percorso che renda i nostri collaboratori parte attiva di un processo di standardizzazione del modo di lavorare, che metta in condizione coloro che compiono attività rischiose di valutare il sistema meno pericoloso e tracciarlo con un’istruzione operativa disponibile per tutti coloro che fanno la medesima attività? È sicuramente un processo più lungo rispetto a quello descritto precedentemente … forse fa anche “perdere tempo” … sicuramente è impegnativo … ma, quale è il ritorno che ne trae l’organizzazione? Le persone sanno come devono operare, si sentono parte attiva del processo, comprendono – “facendo” – che il contributo di tutti aiuta l’azienda, che la squadra funziona se si opera all’unisono. Certo per l’imprenditore è un investimento, ma a fronte di questo investimento esistono stru- menti che ammortizzano in parte l’impegno economico. L’Inail mette a disposizione degli strumenti per “premiare” le aziende che curano in particolar modo gli aspetti di salute e sicurezza, ambientali ed etici prevedendo uno sconto sul premio annuale.

Ogni anno le aziende che hanno certificato o implementato alcune delle attività previste dall’Inail e riportate nel format, facilmente recuperabile su internet, dispongono di uno sconto sul premio annuale dell’anno precedente.

Sempre ogni anno, attraverso lo strumento del Bando ISI, l’Inail propone degli incentivi di sostegno alle imprese per la realizzazione di progetti di investimento per migliorare le condizioni di salute e sicurezza sul lavoro o per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale. Si tratta di milioni di euro disponibili per aziende su tutto il territorio nazionale, erogati a fondo perduto. I contributi in conto capitale, sono pari al 65% delle spese sostenute dall’impresa per la realizzazione del progetto, al netto dell’Iva, con un contributo massimo erogabile pari a € 130.000 e minimo ammissibile pari a € 5.000.

Quindi, visto che la certificazione costituisce per l’imprenditore un’importante carta da giocare sul mercato, perché non gestirla in modo da trarne la massima produttività?